La piccola piazzetta Collenuccio è un inno alla ceramica. Ci sono piccoli oggetti a tema religioso intorno al Duomo, ma soprattutto c’è la casa di Baratti. Dell’artista, morto a Pesaro nel 2008, ci sono opere nei Musei Civici di Pesaro, al Museo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, al Museo della Ceramica di Faenza, al Museo di Vicenza e in vari Enti Pubblici tra cui la Camera di Commercio di Pesaro e Urbino, la Banca delle Marche, Istituti religiosi nonché in numerose collezioni private italiane ed estere. 

Aveva cominciato a lavorare prima con l’artista Wildi nelle Manifatture Ciccoli, quindi con una forte impronta di Mengaroni.

Nel 1939, stanco di ripetere continuamente decori di tipo rinascimentale e desideroso di dare libero sfogo al suo estro creativo, grazie al mecenate Giorgio Ugolini che gli offre un terreno in cambio di alcune ceramiche, apre il laboratorio Baratti, in via Condotti a Pesaro, da dove escono ceramiche di sapore moderno tra cui alcuni interessanti pezzi unici.

Nel 1942, nel 1946 e nel 1947 alcuni suoi lavori ottengono il primo premio al concorso per ceramisti di Faenza.

Negli anni della guerra è al lavoro al Distretto Militare di Pesaro e questo gli permette di continuare a lavorare nel suo laboratorio fino agli anni del dopoguerra quando decide di insegnare ad alcuni allievi che diventeranno poi, negli anni Cinquanta, valenti ceramisti.

Nella prima metà degli anni cinquanta, Baratti trasferì il suo laboratorio nel centralissimo Piazzale Collenuccio, a Pesaro, in una casa del XVII secolo che era stata parzialmente distrutta dalle mine piazzate dai tedeschi in ritirata alla fine della Seconda guerra mondiale.

Al piano terra c'erano la mostra (realizzata nelle scuderie) ed il laboratorio, frequentato da giovani allievi di grande talento come Nanni Valentini, Renato Bertini, Auro Salvaneschi e Ferruccio Marchetti, oltre che da artisti affermati come Valentino Angelini ed il "torniante" Marco Terenzi o meno affermati, rendendo quel luogo un punto di incontro culturale della città.

Si racconta che tutti i giorni, nel primo pomeriggio, si incontravano i due ceramisti Bruno Baratti ed Alessandro Gallucci che parlavano di arte durante la quotidiana passeggiata sul lungomare.